A BLACK MUSIC STORY

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Il repertorio Pavos Rojos (marzo 2007 – ... vivente! ^_^)

Dopo alcuni anni di pratica della Black Music, con un repertorio di svariate decine di brani, ci siamo accorti che questo materiale può essere usato non soltanto per ballare, e far godere le orecchie - i piedi - le mani - la testa; i brani vengono da anni, luoghi, artisti così diversi, che possono raccontare una storia della musica afroamericana.


Una storia (a story... not history!). Quella filtrata dalla nostra sensibilità, dal poco che sappiamo. Ma noi siamo una band senza creanza! E quindi lo facciamo: raccontiamo questa storia.

Bella Ciao

(popolare, Pavos Rojos)

partisans-a-milan-1945.jpgCosa c’entra, questa? C’entra. Ce la facciamo entrare noi. Un arrangiamento originale dei Pavos Rojos, per il brano simbolo della Resistenza. Ritmo ed armonia jazzy, che rimanda agli anni ‘20 - perché non suoniamo folk...! – e testo tradotto in francese da Laurence – perché la Resistenza fu un fenomeno europeo. Quasi alla fine del brano, una sorpresa: una samba, una “santanata†- come la chiamiamo noi, in onore del grande Carlos. Cosa significa? E’ la gioia della Liberazione? O il grottesco carnevale di un’Italia in cui i valori della Resistenza sono messi in ridicolo? Tutt’e due, ovviamente! In ogni caso si torna all’ultima strofa, gloriosa, in italiano: in alto i pugnetti e cantare, signori!! E’ un inno; e gli inni si cantano!!

Un saluto agli amici di Anti-War Songs, che ci citano nella loro pagina.

Moondance / Billie Jean

(Van Morrison, 1970) / (Michael Jackson,1982)

billiejean.jpgMisteri della Musica, del Ritmo e dell’Armonia! Due brani all’apparenza diversissimi, ma che la band riesce a fondere in un medley sorprendentemente naturale, cucito assieme dalla sezione fiati e... dal metronomo! Liberate le orecchie e le menti! La canzone è la stessa!!
Bisogna anche sapere che Billie Jean è una groupie: le groupies, negli anni ‘60 e ‘70, erano ragazze che seguivano le tournee delle band, assediando i musicisti nei camerini e cercando di avere rapporti sessuali con loro: una nobile tradizione che non si deve assolutamente perdere, e che ci offriamo di mantenere viva!! :-)

Black Coffee

(Sonny Burke, Paul Francis Webster, 1948)

Woman’s blues raffinato, complesso, ma strabordante sentimento! Più bollente del caffè nero! Pomeriggi afosi di noia e frustrazione, una fila senza fine di caffè e sigarette... ma non solo!
Nell’ambito di una ricerca del 2005 in psicologia della musica (Università di Sheffield, [1]), Black Coffee venne eseguita da un gruppo di musicisti per un panel di ascoltatori; successivamente vennero tutti intervistati sulle sensazioni suscitate dal brano. Emerse il contrasto fra la sensualità del brano - che per molti evocava un flirt in un jazz club... - ed il testo: forse, come disse la cantante, la protagonista aveva visto giorni migliori!
Musicalmente riconoscerete un bridge ed altri inserti che stemperano la crudezza del twelve bar blues, lo complicano notevolmente e lo portano verso la forma di jazz ballad.
Interpretato dalle più grandi (Peggy Lee per prima (quella di Fever...), Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Carmen McRae...), con questo brano Laurence si è classificata al 2° posto al Blues Contest del Friuli Venezia Giulia (Pordenone, 2012).

[1] Julian Cespedes-Guevara, MUSICAL MEANING AND COMMUNICATION IN POPULAR MUSIC: AN EXPLORATORY QUALITATIVE STUDY, Master in Psychology of Music, dissertation, University of Sheffield, 2005

Black Magic Woman / Gipsy Queen

(Peter Green & Fleetwood Mac, 1968) / (Gábor Szabó, 1966)

La donna della magia nera e la regina zingara: bei personaggi! L’uomo è perduto!
Due brani fusi da Santana nel 1970. L’autore di Gipsy Queen è ungherese, quello di Black Magic Woman è inglese, Santana nacque in Messico... basta così?

Black Market / Waka Waka

(Joe Zawinul, 1976) / (Shakira, 2010)

joe.jpgChi poteva cucire assieme i grandiosi Weather Report di Joe Zawinul e la pop star Shakira, a più di trent’anni di distanza? Liberate le orecchie e le menti! La canzone è la stessa!!
Nessun mistero: si tratta di musica popolare africana. Zawinul conservava su una mensola i pupazzetti di una serie di musicisti, che per lui rappresentavano la Storia della Musica: dalla musica tradizionale africana, al blues, alla fusione con la tradizione europea avvenuta nei caraibi, al jazz, fino al ritorno all’africa [1].
Zawinul era austriaco: diplomatosi al Conservatorio di Vienna, emigrò negli USA a 27 anni, nel ‘59, con una borsa di studio per la Berklee di Boston. E lì, con Maynard Ferguson, Wayne Shorter, Dinah Washington, Cannonball Adderley entra nella Black Music, che poi rivoluzionerà!
Un percorso incredibile, intravisto, scelto, vissuto, interpretato, regalato al pubblico: dalla musica europea, al blues, al jazz, alla fusion, alla world music...

[1] Joe Zawinul, A Musical Portrait, documentary (BBC, 2005)

Blue In Green

(Miles Davis, 1958)

Miles Davis In Recording StudioLo straordinario brano di Miles Davis e Bill Evans in Kind Of Blue (1958). Una meraviglia infinita. Un momento in cui la Storia della Musica non ha fatto un passo in avanti, ma un balzo su cui ancora oggi possiamo discutere per notti intere... Un brano circolare, qui proposto in due versioni di 40 anni successive alla ballad originale: una swing (Cassandra Wilson, Point Of View, 1986) ed una jazz rock (ESP2, A Tribute to Miles, 1994).

Body And Soul

(Heyman, Sour, Eyton, Green, 1930)

Uno degli standard più celebri della storia del jazz. Sulla pelle di questo brano è possibile leggere i segni lasciati da tutti i Grandi che l’hanno via via interpretato: dialogando fra loro, anche a distanza di anni, usandolo per dichiarare i propri manifesti artistici (il bebop, il cool...), richiamando o rifiutando le interpretazioni precedenti.
La canzone ha la struttura AABA di 32 battute, tipica della musica popolare americana degli anni in cui fu scritta, ma dei passaggi armonici che anticipavano idee che si sarebbero affermate solo anni dopo. La versione proposta dei Pavos riprende un’interpretazione di Cassandra Wilson (She Who Weeps, 1990). Che a sua volta riprende l’introduzione e l’armonizzazione che ne fecero per primi John Coltrane e McCoy Tyner (Coltrane’s Sound, 1960)

Bustin' Loose / Get Up (I Feel Like Being a) Sex Machine

(Chuck Brown & The Soul Searchers, 1979) / (James Brown, 1970)

Chuck Brown, il creatore di un genere: a go-go. Ma qui, altro che a go-go: funky feroce e veloce! Con un inserto dell’altro Brown, il Re della Foresta: ancora più feroce! Una sola parola: sweat! Sudore! A fiumi!

Cantaloupe Island

(Herbie Hancock, 1964)herbie_hancock_01.jpg

Herbie, l’uomo più dolce del mondo! Per uno dei riff più accattivanti (e ri-campionati...) della storia del jazz! Dove Herbie sfida il blues, lo tira, lo smonta, lo ridipinge, gli trucca il motore, lo mette nella centrifuga, ne supera ogni possibile confine, per portarci in giro dove sa solo lui... (dicono che si chiami jazz modale)

Can't Find My Way Home

(Stevie Winwood, 1969)

Brano dei Blind Faith, del 1969, uscito nel loro album omonimo (ed unico): Eric Clapton, Steve Winwood, Ginger Baker, Ric Grech.
E’ un brano - come si può definire? country rock? - con una bellissima tessitura ritmica e di contrappunti fra basso, chitarre e percussioni; e, come tutto il country e derivati, paga un debito inestimabile al blues!
Gilberto Gil lo arrangiò come un brano jazz, voce e chitarra, durante il suo esilio politico a Londra nel ‘71.
Per lui il testo avrà avuto un significato particolare...

Well, I’m wasted
and I can’t find my way home


Usato sui titoli di coda del film “Fandango”, di Kevin Reynolds (1985).

Caravan

(Juan Tizol, 1936)

Misteriosissimo brano, scritto dal trombonista di Duke Ellington, dove sonorità nord-africane incontrano il blues e tradizioni europee! Mai sentite tante reminiscenze, sapori, spezie e ricordi... Ma dove siamo? Che importa: la notte stellata è la stessa ovunque.

Chain Of Fools

(Don Covay, 1967) aretha-franklin.jpg

Uno delle hit della indicibile Aretha Franklin! E’ una riscrittura non autorizzata del gospel “Pains of Life” (1967), di Elijah Fair & The Sensational Gladys Davis Trio... Pain Pain Pain diventa Chain Chain Chain!

Come Together

(John Lennon, Paul McCartney, 1969)

Beh, non è un blues, ma i Quattro di Liverpool qui sapevano di andare a lavare i panni nelle acque sporche del Mississippi... Muddy Waters, no?
Il blues è entrato in Inghilterra dai porti di Londra e Liverpool, soprattutto durante la II Guerra Mondiale. Quanto al resto, il brano ha un testo ermetico, allusivo, misterioso...

Ha gli occhi allucinati
Come un santo
Viene e spiana le strade
Ha capelli lunghi fino alle ginocchia
Deve essere un po’ fuori
Fa solo ciò che gli dà piacere.
Non indossa scarpe pulite
Ha dei piedi vissuti
Ha le mani frenetiche
Spara alle lattine di Coca Cola
Dice: “Io ti conosco, tu sai chi sono
Posso dirti solo una cosa:
Devi essere liberoâ€


Un bel passo avanti da quanto cantavano “She loves you ye ye ye...”!!!

Compared To What

(Gene McDaniels, 1968)

Frenetica e visionaria canzone di protesta, portata al successo da Les McCann ed Eddie Harris (Swiss Movement, 1969).

Bambini depravati che ammazzano rane
stanche vecchie signore che baciano cani
Il Presidente la sua guerra l’ha avuta
nessuno sa a cosa sia dovuta

Domination Switch

(Steve Coleman, Cassandra Wilson, 1989)

cassandra02.jpgBrano incredibile: il genio, la severità, la ricerca di Coleman e la voce di Cassandra Wilson, che fece parte del M-Base Collective. Fu Coleman a spingerla oltre l’interpretazione degli standard jazz, verso lo sviluppo di materiale originale, nei suoi primi fondamentali anni di carriera e di crescita musicale [1].
Jazz modale puro: quattro accordi di minore undicesima, senza alcun legame fra loro... siamo dalle parti di Maiden Voyage (Herbie Hancock). La ritmica retta dalla campana. Idee sottili, mascherate dietro un’apparenza di musica popolare e di funk dei primi anni ‘70 [1].
Un testo semplicemente incazzato:

Non voglio le vostre Istituzioni,
che a poveri e senza-tetto non danno soluzioni
L’interruttore della schiavitù segna “Acceso”!!

[1] Wikipedia, Cassandra Wilson, (as of Nov. 2, 2012, 20:06 GMT).

El Pueblo Unido Jamas Será Vencido

(Sergio Ortega, Quilapayún, 1973)

Il brano più celebre degli Inti Illimani, scritto nel 1973, due mesi prima del golpe di Pinochet, la morte di Allende e la caduta del Cile nell’abisso di una dittatura sanguinaria. I Pavos la reinterpretano a modo loro: una nota ossessiva del basso - all’inizio della strofa - che è energia pura, armonie jazzy, ritmi samba e funk. Meno solenne, ma più nervoso dell’originale... ma l’emozione è la stessa, grande!

E tu verrai marciando con me
E con me vedrai la tua canzone e la tua bandiera fiorire
Sarà migliore
La vita che verrà
A conquistare
La nostra felicità

Endangered Species / Voodoo Chile

(Dianne Reeves, 1993) / (Jimi Hendrix, 1968)

JazzBaltica Salzau 2001Un’altra intuizione dei Pavos, nel legare due brani e due Continenti. Radici africane del blues: ovvio, uno dirà. Ma, a ben guardare, non si sentono spesso... C’è un’evidente continuità ritmica, melodica ed armonica fra i due brani; ma l’incredibile tensione creata dalla voce sola, fin dalle prime note del primo brano, viene scaricata dalla chitarra e dalla batteria in Voodoo Chile.
Dianne Reeves è forse la più grande vocalist in attività. Jimi Hendrix è stato sicuramente IL chitarrista. La versione di Voodoo Chile qui proposta è vicina a quella di Angelique Kidjo (che, guarda caso, è del Benin).
Il testo di Endangered Species non è affatto da ridere:

Sono una specie in pericolo
ma non canto una canzone da vittima
Sono una donna
sono un’artista
e so da dove viene la mia voce
So da dove viene la mia anima
so da dove vengo IO

Equinox

(John Coltrane, 1964)

john_coltrane_04.jpgSolo l’intro latina che ne facevano McCoy Tyner ed Elvin Jones introduceva un elemento insolito. Per il resto, un blues minore, una melodia semplicissima. Non si sa come, ma si capisce che è Coltrane: tensione, solennità, mistero, rigore, spiritualità. E il titolo, giustissimo, voluto da Naima, la moglie di Coltrane.
Il testo è preso dalla versione che ne fece Karrin Allyson (A Long Way to Go).

Evil Ways / Fever

(Clarence Henry, 1968) / (Eddie Cooley, Otis Blackwell, 1956)

Evil Ways, hit di Santana; Fever, hit di Peggy Lee, che aggiunse alcune parti al testo originale (”Romeo loved Juliet”, “Captain Smith and Pocahontas”... è roba sua).

Gee Baby, Ain't I Good To You

(Andy Razaf, Don Redman, 1929)

Uh! Qui andiamo veramente indietro nel tempo: l’anno della Grande Crisi, fine dell’Età del Jazz, gli scrittori americani a Parigi, pieno fascismo in Italia...

Good Times

(Bernard Edwards, Nile Rodgers, 1979)

Successone degli Chic, con uno dei riff di basso e chitarra più celebri e ri-campionati di tutti i tempi. Il testo cita due canzoni del ‘29, anno della Grande Depressione: Niles Rodgers dichiarò che era un modo mascherato per parlare della situazione economica corrente negli States. [1]

[1] Wikipedia, Good Times (Chic song), (as of Nov. 2, 2012, 23:03 GMT).

¡Hasta Siempre, Comandante!

(Carlos Puebla, 1965)

Con El Pueblo Unido e Bella Ciao, forma la triade politica con cui i Pavos chiudono i concerti. E forse - anzi sicuramente - non è neanche più politica, ma mitologia: Che Guevara coraggioso, integro, bello, duro, senza compromessi. Mai invecchiato. Pronto a dare la vita per gli oppressi.

Crescete come buoni rivoluzionari.
Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura.
Ricordatevi che l’importante è la rivoluzione e che ognuno di noi, solo, non vale nulla.
Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia
commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.
È la qualità più bella di un rivoluzionario.

Hit The Road, Jack!

(Percy Mayfield, 1960)

aretha-franklin-ray-charles-san-francisco-ca-1971-robert-altman.jpgHit di Ray Charles e Margie Hendricks del 1961, dall’andamento inconfondibile, con un back-beat fortissimo. Ripreso dai Pavos in Bella Ciao.

In My Bed

(Amy Winehouse e Salaam Remi, 2003)

Inner City Blues (Make Me Wanna Holler)

(Marvin Gaye, 1971)

Un classico dell’R’n’B, interpretato da innumerevoli artisti, in versioni vocali e strumentali. Con un testo molto arrabbiato:

Inflazione, zero possibilità
Alzano i debiti fino alle stelle, per rafforzare la finanza
E mandano quei ragazzi a morire
Mi fan desiderare di gridare

It Don't Mean A Thing If It Ain't Got That Swing

(Duke Ellington, 1931)

sister-rosetta-duke-ellington-rex-stewart-ivie-anderson-and-cab-calloway.jpgSe non ha quello swing, non ha senso.

Duke prese le parole del suo trombettista, che stava morendo di tubercolosi, e ne fece un pezzo. E cos’è quello swing?
Neanche i più grandi hanno osato dirlo a parole! Cos’è il funk? Ed il groove? Ed il flow dell’hip hop?
E’ l’intenzione con cui va suonata ciascuna di queste musiche.
A parte l’inesprimibile, qualcosa la possiamo pur dire, a riguardo. Ad esempio, Bob può suonare un tempo alla batteria: e non c’è persona al mondo che non riconoscerà... uno swing!
C’è anche stata un’Era dello Swing (1935-1946): quella delle grandi orchestre e delle grandi folle, che ballavano questa musica.
Da allora lo swing, lento o furiosamente veloce, è sempre stato la chiave ritmica caratteristica del jazz, anche nel bebop e nel cool jazz.
Per decenni l’unica eccezione sono stati i brani di origina latina (samba, bossanova, son cubani); e poi, dai tardi anni ‘60 in poi, le contaminazioni rock, il funky, la fusion.

Jean-Pierre

(Miles Davis, 1982)

miles_davis-kenny_garrett-tokyo_1990.jpgIl nome è quello del figlio della prima moglie di Miles. Il brano ha una melodia fanciullesca: quella di una filastrocca, o di una ninna nanna. Venne registrato dal vivo ed inserito nell’album che segnava il ritorno di Miles, con una band di ragazzini, dopo cinque anni di assenza dalle scene. E’ un brano ascrivibile a quel genere, a quel modo di fare musica che Miles e Joe Zawinul crearono a partire da In A Silent Way.

Lady Marmalade

(Kenny Nolan, Bob Crewe, 1974)

Una hit intramontabile del R&B: inciso dalle LaBelle, Patti LaBelle in testa, è stato ripreso innumerevoli volte. Lady Marmalade è di New Orleans, ed il tormentone “Voulez vous coucher avec moi, ce soir?” è preso da Blanche DuBois, la protagonista di Un Tram Chiamato Desiderio, ambientato nella stessa New Orleans.

Let The Sunshine In

(Galt McDermot, 1967)

Dal musical Hair. La versione di riferimento qui è quella di Brian Auger & Julie Driscoll.

Libertango

(Astor Piazzolla, 1974)

Il brano fu registrato a da Piazzolla a Milano, con musicisti italiani (fra cui Tullio De Piscopo). E’ uno degli esempi più celebri del cosiddetto Tango Nuevo: Piazzolla cominciò a rivoluzionare il tango tradizionale a partire dagli anni ‘50, utilizzando strumenti come il sax e la chitarra elettrica, ed introducendo nuove armonie. Su tale strada, le più recenti evoluzioni del Tango Nuevo incorporano musica jazz, classica ed elettronica. [1] Il testo per la nostra versione lo prendiamo da Grace Jones, I’ve Seen That Face Before (1981): il singolo raggiunse il primo posto il classifica in Belgio... e la nostra cantante se lo ricorda bene!

[1] Wikipedia, Nuevo tango, (as of Dec. 15, 2012, 17:02 GMT).

Love For Sale

(Cole Porter, 1930)

Scritta dal Cole Porter per il musical The New Yorkers, nel 1930, fu un po’ scandalosa: l’amore in vendita del titolo è quello di una prostituta, che ne parla. Ha la forma A-A-B-A, tipica della musica popolare di quel periodo, ma si sviluppa su 64 battute anziché sulle usuali 32. Noi riprendiamo la versione molto ritmata, brasiliana, che ne fece Dianne Reeves (più di 60 anni dopo... ma già Dexter Gordon lo fece nel ‘62!). Il passaggio alla parte “B” del brano è segnato anche da una discontinuità ritmica (swing).

Love Is A Losing Game

(Amy Winehouse, 2007)

Maiden Voyage

(Herbie Hancock, 1965)

Maiden Voyage è il viaggio inaugurale di una nave o di un aereo. Herbie lo incise nel 1965 con il suo quartetto (Ron Carter al contrabbasso, Tony Williams alla batteria, Freddie Hubbard alla tromba), con l’aggiunta del sassofonista George Coleman. Il brano era usato in uno spot della Fabergé, ed il titolo sulle registrazioni era semplicemente “Sigla TV”, fino a che la sorella di Herbie non propose il nome definitivo.[1]

E’ un brano esemplare del jazz modale, in cui ciascun accordo non ha praticamente relazioni con il precedente ed il seguente, e le melodie si sviluppano interamente all’interno di ciascuno di essi, senza attraversarli. E’ un tipo di musica che si suole far nascere con Kind Of Blue, di Miles Davis (1958), nata come reazione al BeBop ed Hard Bop, in cui le progressioni armoniche - le successioni di accordi - avevano raggiunto velocità e complicazione estreme.[2]

[1] Wikipedia, Maiden Voyage (composition), (as of Dec. 15, 2012, 17:29 GMT).

[2] Wikipedia, Modal jazz, (as of Dec. 16, 2012, 16:01 GMT).

Mas Que Nada

(Jorge Ben, 1963)

Grandissimo successo e uno dei brani simboli della musica brasiliana! Il titolo induce in confusione: per chi mastica lo spagnolo, suona come “meglio di niente”... per chi SA lo spagnolo, suona come “in primo luogo”, “principalmente”... ma è portoghese, e significa più io meno: “ma che cazzade!!”

Me The Prayer and Joe

(Brano originale, 2010)

“Le mie gambe
hanno avuto bisogno
di quegli sguardi
per crescere
Così il mio cuore
ha avuto bisogno di fotografieâ€


Parla di sé una donna, giovane, ma non una ragazza: saggia, ma anche un po’ incazzata. Il Paradiso è un luogo dove il cuore di ciascuno è aperto, leggibile: tutto è chiaro, e dunque non c’è più paura, nè conflitto, nè dolore.
Joe potrebbe essere l’uomo cui la protagonista si rivolge, ma Joe è sicuramente Zawinul, cui si rende omaggio nella coda del brano: a seconda di come la “voltiamo”, vi si sente It’s About That Time (da In A Silent Way, di Miles, 1968), Black Market (Weather Report, 1975) o Patriots (Zawinul Syndicate, 1992).

Mercy Mercy Mercy

(Joe Zawinul, 1966)

nat-and-julian-cannonball-adderley-63.jpgIl brano, scritto da Joe Zawinul, apparve in un album di Cannonball Adderly nel 1966, nel cui quintetto Zawinul militava: orecchiabile, con una sonorità molto bluesy - pur non essendo affatto un blues - fu un grande successo. Oltre all’originale, ci siamo ispirati alle versioni che ne fecero Queen Latifah e Marlena Shaw.

Mista

(Dianne Reeves, 1999)

L’introduzione del brano viaggia su una sequenza di preaching chords: l’accompagnamento di organo che usano i predicatori delle comunità afroamericane. E poi un brano dai suoni africani, firmato dalla Reeves e dalla batterista Terri Lyne Carrington, con un grandissimo groove e con il testo che è veramente un ammonimento lanciato dall’altare di una chiesa...

Hey, capo, ma non vedi le meraviglie dell’Universo?
Stai sempre lì a lamentarti
Se piove vuoi il sole
Ma non è troppo tardi per cambiare la tua vita

Mr Magic

(Groover Washington, 1975)

Per questo bellissimo brano di Groover Washington Jr abbiam preso l’arrangiamento ed il testo della versione che ne diede Amy Winehouse. Un funky molto raffinato e smooth... carezzevole, si può dire? Come un gatto o una vestaglia di seta! Accendete il fuoco nel caminetto, infilate le pantofole e versate un whisky... anzi, due!

Mustang Sally

(Mack Rice, 1965)

Mack Rice scrisse la canzone per scherzo, nel 1965, quando il direttore della band di Della Reese espresse il desiderio di acquistare una nuova Ford Mustang. Dapprima Mack intitolò la canzone Mustang Mama, per cambiare poi il titolo in Mustang Sally come suggeritogli da Aretha Franklin. [1] Le interpretazioni più celebri sono quelle di Wilson Pickett (1966) e di Andrew Strong (dal film The Committments, 1991).

[1] Wikipedia, Mustang Sally (song), (as of Dec. 18, 2012, 11:24 GMT).

Naima

(John Coltrane, 1959)

Ballad composta da Coltrane nel 1959 e dedicata alla moglie Juanita Naima Grubbs. Un brano di grandissima dolcezza e tanto orecchiabile... a fronte di una complicazione di scrittura ed esecuzione mica da ridere!!
E’ uno dei primissimi esempi di jazz modale: mentre il basso si muove su due sole note l’armonia si sposta... veramente ovunque!
I Pavos ne danno una propria interpretazione ritmica, con intensità che cresce durante il brano: dalla ballad originale, al samba, al funky.

(You Make Me Feel Like) A Natural Woman

(Gerry Goffin, Carole King, 1967)

Uno dei più grandi successi di Aretha Franklin, una canzone d’amore straordinaria... e pensate se non ricorda “Almeno tu nell’Universo”, nel testo e nella musica!

No, Woman No Cry

(Vincent Ford, 1974)

Qua siam su un tutt’altro versante di questa storia... La canzone venne pubblicata nel 1974; il demo del ‘73 pare sia in stile gospel! Marley ne attribuì i diritti a Vincent Ford, un suo amico che gestiva una mensa per i nullatenenti a Trenchtown, il ghetto di Kingston da dove proveniva lo stesso Marley. [1]

[1] Wikipedia, No Woman, No Cry, (as of Dec. 18, 2012, 20:18 GMT).

On Se Réveillera

(Charles Aznavour, 1972 → Rachelle Ferrell, 1997)

One For My Baby

(Harold Arlen e Johnny Mercer, 1943)

Anche questa l’han suonata e cantata... tutti! Noi ci siam ispirati alla versione che ne fece Dianne Reeves per la colonna sonora del film Good Night, And Good Luck di George Clooney (2005).

Oye Como Va

(Tito Punte, 1963)

Qui siamo sulla sponda afro-cubana della Black Music, con Santana (1970) e Tito Puente. Tito Puente si ispira a “Chanchullo”, un brano scritto nel ‘37 dal suo contrabbassista, Israel “Cachao” López.[1]
Musicalmente è quanto ci possa essere di più lontano dallo swing: il ritmo è quadratissimo! La musica afro-cubana si regge su una figura ritmica di 5 pulsazioni chiamata clave: questo vale per la rumba, il son, il mambo, la salsa, il Latin jazz, ecc. Nel caso di Oye Como Va, la clave è di tipo dos tres.
Un esempio di clave tres dos si ha nella ben nota Chan Chan.
[1] Wikipedia, Oye Como Va, (as of Dec. 18, 2012, 20:35 GMT).

Rehab

(Amy Winehouse, 2006)

Una bad girl, come Etta James e Billie Holiday.

“Mi vogliono mandare in clinica per disintossicarmi”

Ma io...

“Preferirei essere a casa con Ray”... Charles.

E inoltre...

“Non c’è niente che mi possiate insegnare e che io non possa imparare da Mr.Hathaway”... Donny. [1]

Tutto qua.

[1] Wikipedia, Rehab (Amy Winehouse song), (as of Dec. 18, 2012, 21:43 GMT).

'Round Midnight

(Thelonious Monk, 1944)

“Comincia attorno a mezzanotte
Tiro avanti abbastanza bene
Fino a dopo il tramonto
A ora di cena divento triste
Ma è attorno a mezzanotte
Che butta veramente male!”


Lo standard jazz per eccellenza, il più inciso, scritto da uno dei più Grandi; a differenza della gran parte degli altri standard più noti, che vengono dalla rielaborazione di brani che oggi diremmo pop, spesso presi da musical o film. Ha dato il nome ad un album di Miles Davis (’Round About Midnight, del ‘57), che ne andava pazzo e che l’ha tenuto in repertorio anche dopo essersi spostato su sonorità, ritmi ed armonie molto diverse.

« Mi piaceva da morire il brano di Monk, ‘Round Midnight e volevo imparare a suonarlo. Così ogni sera, dopo averlo suonato, andavo da Monk e gli chiedevo “Come l’ho fatto stasera?” E lui, tutto serio: “Non bene”. La sera successiva, uguale e quella dopo, per diverse sere. Mi diceva “Non si suona così” a volte con un’aria esasperata e maligna. Poi una sera glielo chiesi nuovamente e lui mi disse “Sì, si suona così.” Mi rese più felice del più felice dei bastardi, più felice di un maiale nella merda. Avevo trovato il suono. Era uno dei pezzi più difficili. » [1]

Ha dato il nome ad un film di Bertand Tavernier (1986)... dietro i cui protagonisti si celano Bud Powell e Lester Young... che nel film è interpretato da Dexter Gordon in persona... e con una colonna sonora scritta da Herbie Hancock... un gioco bellissimo di rimandi, un filo tessuto fra la finzione e la realtà.

[1] Wikipedia, Round Midnight, (as of Dec. 18, 2012, 21:43 GMT).

See the World with the Eyes of a Child

(Brano originale, 2011)

Song For My Father

(Horace Silver, 1965)

E’ una bossa nova, scritta dal pianista Horace Silver dopo un viaggio in Brasile (il padre di Horace veniva da una delle isole di Capo Verde, un’altra terra di cultura africana e portoghese). Noi riprendiamo l’interpretazione ed il testo di Dee Dee Bridgewater (1995).
La bossa nova (nuova tendenza) nasce all’inizio degli anni ‘60, includendo nella tradizionale samba elementi jazz ed europei. Il ritmo è più disteso, l’atmosfera più raccolta, l’importanza delle percussioni è minore e... insomma: non è fatta per ballare, ma per bere digestivi e conversare!

Street Life

(Joe Sample, Will Jennings, 1979)

Splendido brano jazz-funk dei Crusaders, con la vocalist Randy Crawford. Spritz Aperol per tutti!!!
Ripescato anche da Quentin Tarantino per la colonna sonora di Jackie Brown (1997).

Stronger Than Me

(Amy Winehouse e Salaam Remi, 2003)

“Dovresti essere tu il più forte qui
e invece stai lì come un tacchino surgelato”

Summertime

(George Gershwin, 1935)

« E’ estate, com’è facile vivere
I pesci saltano e il cotone cresce alto
Tuo padre è ricco e tua madre è bella
perciò “sshhh!”, piccolo, non piangere. »


Uno degli standard più eseguiti: un’aria dall’opera “Porgy and Bess”, scritta da Gershwin con l’esplicito intento di “simulare” un motivo popolare tradizionale, uno spiritual.
Porgy and Bess fu per molti decenni un’opera controversa, tacciata di razzismo, ritraendo una comunità afroamericna afflitta da povertà, ignoranza, uso di droghe, violenza - comunità e cultura cui Gershwin ovviamente non apparteneva.

Sunny

(Bobby Hebb, 1963)

Bobby Hebb la scrisse nel ‘63, nei giorni seguenti due avvenimenti sconvolgenti: l’accoltellamento del fratello all’uscita di un night e l’omicidio di Kennedy. [1]

La incise nell ‘66: fu un successo immediato, replicato anche dalle successive numerose cover (la più celebre delle quali è quella in versione dance del gruppo tedesco Boney M, del ‘76).

[1] Wikipedia, Sunny (song), (as of Dec. 23, 2012, 10:45 GMT).

Superstition

(Stevie Wonder, 1972)

hoffmann_dezo_056_stevie_wonder_73.jpg Come dice Maurizio Cuzzi, non c’è niente come la mano sinistra di Stevie Wonder.
Supertition, I Wish, Higher Ground lo confermano!
Il tempo della batteria si deve a Jeff Beck (chitarrista), che era nello studio di registrazione con Wonder: fu poi lo stesso Wonder a registrarlo. In ogni caso... si sente che non è l’idea di un batterista!
Quando la incise, Stevie aveva 22 anni ed era una star da 10...! [1]

[1] Wikipedia, Superstition (song) (as of Dec. 23, 2012, 16:37 GMT).

Take The Box

(Amy Winehouse e Luke Smith, 2003)

Amy sta mettendo in una scatola i regali ricevuti dal suo ex: il reggiseno di Moschino, un CD di Frank Sinatra... [1]
Brano del primo album di Amy, Frank: quello con i brani più jazzy... Anche qui conviene andare a cercare in rete le performances live del 2003-2007, acustiche o con la band, per sentire le acrobazie vocali di Amy!

[1] dal forum www.songmeanings.net

The Chicken

(Alfred “Pee Wee” Ellis, 1969)

jaco_pastorius_02.jpgBrano scritto da “l’Uomo che Inventò il Funk”... ma di questa definizione Pee Wee ride, dicendo che “James Brown ebbe qualcosina a che fare con la nascita del funk!”. [1]
Entrò nella band del Padrino del Soul nel ‘65: dopo pochi mesi ne divenne il leader, portando influenze jazz e favorendone l’evoluzione rispetto al R&B. Vi rimase 4 anni, per poi riprendere il suo percorso fra i “fondatori” del jazz-rock (o fusion, o jazz funk...) e come arrangiatore.
The Chicken apparve nell’album The Popcorn di James Brown; la versione più famosa fu quella di Jaco Pastorius nel suo Birthday Concert, registrato nell’81 e pubblicato nel ‘95.

[1] Eli Cane, Pee Wee Ellis, ‘the Man Who Invented Funk,’ on His Dreams of Playing Jazz for a Living, New York Media LLC (2010-04-21)

The Thrill Is Gone

(Rick Darnell e Roy Hawkins, 1951)

Il brivido se n’è andato
e tutto quel che posso fare
ormai
è sperare che le cose ti vadano bene.


Un blues minore, grande hit per B.B.King (1970).
Ai Pavos suonandola capita di citare niente meno che So What, di Miles Davis... insospettabile!

Tutu

(Marcus Miller, 1986)

Brano misteriosissimo, dalla sonorità unica: scritto ed arrangiato da Marcus Miller, appare nell’omonimo album di Miles Davis (1986).
Tutu è l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu; nello stesso album, il brano Full Nelson è dedicato a Nelson Mandela: il titolo richiama la composizione di Davis Half Nelson, dedicata 40 annni prima al contrabassista Nelson Boyd.
Cassandra Wilson ne fece una versione nel suo album Traveling Miles (1999), con il titolo Resurrection Blues (che non sembra avere a che fare con l’omonima piece teatrale di Arthur Miller del 2002).

Watermelon Man

(Herbie Hancock, 1962)

Il brano fu pubblicato nel 1962, nell’album di debutto di Herbie (Takin’Off); funkizzato e ri-pubblicato poi in Headhunters nel 1973.
Ha la struttura di un blues di 16 battute (16 bar blues): una derivazione del 12 bar blues.
Nel frattempo, nel ‘63, era diventato una grande hit di Mongo Santamaria.
Hancock aveva sostituito Chick Corea nella band di Mongo Santamaría per un concerto nel Bronx. Suonò il brano per Santamaría, su insistenza di Donald Byrd: Mongo cominciò ad accompagnarlo alle congas, la band seguì, un po’ di gente si alzò dai tavoli per ballare, fecero un gran casino...
Santamaría poi lo registrò sovrapponendo un cha-cha beat al backbeat della batteria; si considera questa la nascita del Latin boogaloo: la sovrapposizione di ritmi afrocubani al rhythm and blues. [1]

[1] Wikipedia, Watermelon Man (composition) (as of Dec. 23, 2012, 16:10 GMT).

Why Don't You Do Right?

(Kansas Joe McCoy, 1936)

Un classico woman’s blues degli anni successivi alla Grande Crisi del ‘29...

“Avevi un sacco di soldi nel ‘22
E te li sei fatti fregare da altre donne
Adesso fai la cosa giusta
Come farebbe qualunque uomo
Adesso esci di qui e vai a procurarmi qualche dollaro!”


Nota la versione di Peggy Lee (1942, con Benny Goodman) e quella di... Jessica Rabbit (Chi ha incastrato Roger Rabbit?, 1988, cantata da Amy Irving).

Woman Of The Ghetto

(Marlena Shaw, 1969)

Straordinario brano di protesta di Marlena Shaw, durissimo, affidato interamente alla forza della voce e del testo, sopra un groove che suona immutabile: suona come un’accusa ed un testamento (si chiude su un doloroso e solenne ... remember me...).
Tuttavia a Montreaux nel 1973 Marlena ne fece un’introduzione ironica e divertentissima, presentando la band...!

You Sent Me Flying

(Amy Winehouse e Felix Howard, 2003)

Di questo brano, musicalmente molto ricco, abbiamo amato lo splendido arrangiamento ed interpretazione di Amy e della band nel tour che nel 2004 seguì l’uscita del suo primo album, Frank (su youtube trovate le registrazioni effettuate a Baden Baden e negli studi di AOL...).
“Ti ho prestato il mio nuovo badu” (Badu = Erykah ;-) )



A seguire...

Thriller Michael Jackson I Wish Stevie Wonder Higher Ground Stevie Wonder You Don’t See Me Al Jarreau Virtual Insanity Jamiroquai Do You Know What It Means To Miss New Orleans Dianne Reeves Sexy MF Prince Brick House The Commodores I Heard It Through The Grapevine Marvin Gaye Don’t Stop ‘Til You Get Enough Michael Jackson The Beat Goes On Buddy Rich

Coda

charlie_parker-dizzy_gillespie.jpgQuesta la storia che abbiamo raccontato fin qui.
Come in ogni altra storia dell’arte, le opere dialogano con le altre opere, presenti, passate e future.
La storia della musica afroamericana è uguale alla storia dell’arte del nostro Rinascimento.
Artisti maturano la propria visione e la propria tecnica andando a bottega da altri artisti (Joe Zawinul e Miles Davis ne hanno allevati a decine!).
Artisti si raggruppano in movimenti, con l’urgenza di affermare uno stile, una visione dell’arte, della vita, partendo dall’esperienza di chi li precede, ma allontanandosene (il bebop, il cool, il free, il jazz elettrico...).
Si affermano dei canoni (lo swing, il twelve bar blues...) e degli standard (Body & Soul, Summertime, My Favorite Things...): influenzano l’estetica del proprio tempo e riflettono a loro volta la società del proprio tempo.
Un’opera d’arte non è mai sola. Un’opera d’arte non è mai completamente innovativa: sarebbe incomprensibile. Un’opera d’arte parla alla testa ed al cuore: ma, soprattutto, dialoga con le altre opere.



 
il_repertorio/presentazione_brani_v01.txt · Ultima modifica: 2013-08-03 09:48 da pavos